Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita e la candidatura di Riyad ai Mondiali di Calcio 2030. Ma anche la Formula 1 e il tennis, gli eventi musicali e i fumetti. Senza dimenticare settori come le energie rinnovabili e le infrastrutture.
L’Arabia Saudita non è più soltanto petrolio e residenze super lusso e neanche soltanto Ronaldo e il calcio. Eppure, c’è ancora chi continua a parlare – quasi – soltanto di sportwashin, così com’è successo per i Mondiali in Qatar, o del tentativo di Riyad di imporre le proprie regole sul mondo. Forse, però, è utile fare un passo avanti e andare oltre, considerando un quadro molto più ampio.
Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita.
Ronaldo è arrivato a Riyad ai primi di gennaio 2023 per giocare nella squadra Al-Nassr, che oggi è in testa al campionato saudita. È la stessa squadra allenata da Walter Zenga nel 2010 e da Fabio Cannavaro nel 2016.
Sarà pagato, nel complesso, oltre 200 milioni di euro. Abita in una residenza da sogno, insieme alla sua compagna, Georgina. E già qui c’è un primo, importante tema. In Arabia Saudita soltanto le persone sposate possono convivere sotto lo stesso tetto: per la coppia milionaria è stata quindi fatta un’eccezione.
Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita: un’occasione per i diritti umani?
A questo punto è naturale chiedersi: potrebbe essere questo un primo passo verso il cambiamento? Verso una visione più “moderna” della società e soprattutto, verso l’affermazione dei diritti umani? Amnesty International ha subito chiesto pubblicamente al calciatore portoghese di utilizzare la propria immagine per veicolare attenzione sui temi dei diritti umani: “L’Arabia Saudita utilizza regolarmente la condanna a morte per crimini come omicidi, stupri e traffico di droga” ha sottolineato Dana Ahmed, ricercatrice di Amnesty International per il Medio Oriente. E le autorità continuano a portare avanti anche “la repressione della libertà di espressione e di associazione, con pesanti pene nei confronti di chi difende i diritti umani, delle attiviste per i diritti delle donne e degli attivisti politici” ha aggiunto Ahmed.
Per restare in ambito calcistico, negli ultimi anni ci sono state altre mosse importanti di Riyad. Un primo esempio è l’acquisizione della squadra inglese del Newcastle, o l’aver portato in Arabia Saudita altre competizioni seguite a livello mondiale. Basti pensare alla Supercopa spagnola: l’attesissima finale Real Madrid-Barcellona si è giocata a Riyad il 15 gennaio 2023 e a vincere è stato il Barcellona.
Ma al di là del tema calcistico, c’è stato un particolare che finora non ha attirato attenzione, mentre invece la meriterebbe. Alla fine dell’incontro tra Real Madrid e Barcellona, al giocatore del Barcellona Gavi (Pablo Martín Páez Gavira) è stato assegnato il premio come miglior giocatore in campo: la coppa è stata per la prima volta consegnata da una donna. Questione di attimi, ma attimi che segnano – forse – un piccolo passo avanti.
Non dimentichiamo, poi, che anche la finale di Supercoppa italiana si tiene a Riyad – a metà gennaio – e non è la prima volta. E per finire con il tema del calcio, c’è anche la candidatura per i Mondiali di Calcio nel 2030: una candidatura multipla per la verità, fatta insieme a Grecia ed Egitto.

Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita: ma c’è solo il calcio?
No, non c’è soltanto il calcio. L’Arabia Saudita sta puntando sullo sport in generale. Dal 2021, per esempio, la città di Gedda ospita il Gran Premio dell’Arabia Saudita di Formula 1. Gedda ospiterà la seconda tappa, il 19 marzo. Si tiene interamente in Arabia Saudita anche il Rally Dakar, considerata la gara d’auto (e non solo auto) più pericolosa al mondo.
Quanto al tennis, a Diriya si gioca la Diriya Tennis Cup, che a dicembre ha visto giocare anche Matteo Berrettini. L’Arabia Saudita ospiterà anche gli Asian Winter Games nel 2029: dove? Nella zona chiamata Trojena, nel nord ovest del Paese, dove prenderà forma un imponente complesso sciistico incastonato tra montagne che raggiungono i 2.400 metri di altezza. Non si pensi che sarà difficile da raggiungere: Riyad ha calcolato che il 40% della popolazione mondiale potrà raggiungere questa località nel giro di poche ore. E così a questo punto ci si collega un tema ancora più vasto: quello delle infrastrutture.
Ultimo, ma non per importanza, il wrestling. Più di quarant’anni fu istituita la Saudi Arabia Wrestling Federation, che oggi include la lotta greco-romana e il wrestling femminile. Il wrestling farebbe così gola a Riyad che da settimana girano voci di una possibile acquisizione dell’americana WWE: cioè la più importante federazione di wrestling a livello mondiale. Finora, come dicevamo, sono soltanto rumours: ne riparleremo se e quando diventeranno realtà.
Il nuovo petrolio.
Ma adesso andiamo oltre il calcio e cominciamo dal turismo: quello che su varie testate giornalistiche viene ormai chiamato “il nuovo petrolio di Riyad”. Hotel e ristoranti di fascia medio-alta continuano ad aprire in tutto il Paese, sia a Riyad che in altre città saudite. Pensiamo all’Armani Hotel che sorgerà a Diriya o al complesso sciistico di Trojena citato sopra, che è in realtà un sotto-progetto chiamato Neom e che include anche la futuristica città The Line, che sarà costruita, appunto, lungo una linea di 170 chilometri e ampia soltanto 200 metri: dovrebbe essere alimentata interamente con energie rinnovabili.
Eppure, tutti questi investimenti fanno capo a un piano ancora più ampio che Riyad ha definito “Vision 2030” e che comprende settori come l’immobiliare e la finanza, il turismo religioso legato alla Mecca e la salute.

Visione decennale per una influenza globale.
Sport, turismo, cultura, finanza: gli investimenti di Riyad si possono leggere tutti come parte di una visione che persegue un doppio obiettivo. Da un lato l’esigenza di diversificare la propria economia, dall’altro aumentare la propria influenza a livello globale. Per quanto le risorse saudite sembrino oggi infinite, è anche vero che uno Stato non può considerarsi una “potenza mondiale” solo sulla base del petrolio. Di qui la necessità di ampliare i settori di investimento e, in parallelo, l’esigenza di stringere accordi con altri Paesi, dai quali trarre competenze e supporto per lo sviluppo di business diversi.
In quest’ottica è stata strategica la visita del presidente cinese Xi Jinping in Arabia Saudita lo scorso dicembre. I due Paesi sono apparsi allineati in ambiti chiave come le infrastrutture, la ricerca spaziale e la guerra in Ucraina. Ma uno dei principi su cui Pechino e Riyad sono in assoluta sintonia è anche quello che più ha attirato attenzione: il principio di non interferenza nei rispettivi affari interni.
La visita di Xi ha evidenziato anche un altro tema: il progressivo aumento dell’influenza di Paesi “concorrenti” di Washington. Attori come gli Stati mediorientali, oltre alla Cina, sono destinati a vedere crescere la propria importanza a livello globale, anche se questo non implica necessariamente il declino degli Stai Uniti. Per usare le parole del ministro degli Esteri saudita, è tutta una questione di competizione: viviamo in un “mercato competitivo, e la competizione è un’ottima cosa

Musica e fumetti, le nuove frontiere.
Chiudiamo con qualche curiosità. Se non lo sai già, l’Arabia Saudita ospita da anni eventi internazionali legati alla musica, dove confluiscono giovani di tutto il mondo e artisti di fama mondiale. Tra gli eventi più famosi c’è “Riyad Season”: da ottobre a gennaio si esibiscono dj e artisti famosi, come DJ Khaled e Bruno Mars, mentre in tutta Riyad e oltre si tengono manifestazioni culturali e sportive e rassegne gastronomiche.
E infine i fumetti, o meglio, le anime e i manga. L’interesse verso altri settori dell’entertainment, come appunto i fumetti, starebbero spingendo i sauditi verso l’acquisizione di una società come Kakao Entertaiment, che ha già in serbo diverse produzioni con cui tenterà di bissare il successo di Squid Game.
E adesso chiedo a te: avevi mai pensato all’Arabia Saudita considerando tutti questi settori? Hai domande in merito o desideri approfondire degli aspetti? Scrivimi nei commenti o contattami sui social, ti risponderò con estremo piacere!