Informazioni difficili da recuperare, soggetti che non ti rispondono, ansia per la propria sicurezza e chi più ne ha più ne metta: quando si parla di inchieste giornalistiche indipendenti si pensa spesso che ci siano ostacoli troppo alti e che non valga la pena neanche cominciare. E invece…sì, è anche così, ma non solo. Poter condurre una inchiesta giornalistica in modo indipendente porta con sé anche molti vantaggi. Io credo che sia addirittura un privilegio: un privilegio che costa lavoro e fatica, ma ne vale sempre la pena.
Ne ho parlato anche in un web talk al Festival del Podcasting che si è tenuto a fine settembre: il titolo era proprio “Inchieste scomode: creare podcast su temi delicati e ad alto impatto sociale” e puoi recuperare online la registrazione. Questo tema ha suscitato molto interesse e ho deciso di portare anche in questo articolo la mia esperienza. Vedremo allora le sfide del fare indagini indipendenti, ma anche i vantaggi e, alla fine, avrai anche una mini guida se vorrai avvicinarti a questo mondo.
Inchieste giornalistiche indipendenti: che cosa sono?
Profondità: se potessimo descrivere in una parola l’essenza delle inchieste giornalistiche forse potrebbe essere questa. In realtà, però, c’è molto di più. Potremmo definirle come delle indagini approfondite su temi poco trasparenti e poco (o per nulla) discussi ma di grande rilevanza e utilità pubblica. Ed è fondamentale che chi se ne occupa sia distante da influenze esterne.
Ecco allora quali sono le caratteristiche principali di una inchiesta:
- Approfondimento
- Attenzione alla tutela personale e delle fonti
- Impatto duraturo
- Necessità di risorse economiche e di tempo
- Autonomia
La scelta del tema
A volte ci sembra che una storia abbia scelto proprio noi, perché nono abbiamo fatto nulla per trovarla (spoiler: non è mai così!), altre volte l’abbiamo cercata e voluta fortemente. Comunque sia, non dobbiamo mai sottovalutare la scelta del tema, quando vogliamo portare avanti un’inchiesta giornalistica. Perché? Perché non basta “la storia”, lo scoop: ciò che conta è il lavoro che faremo per avere un impatto sociale significativo. Impariamo allora a porci delle domande già in questa fase. Per esempio:
- In che modo questo tema avrà rilevanza sociale?
- A chi mi rivolgerò?
- Quali potrebbero essere le conseguenze del portare alla luce questa storia?
- Con il mio lavoro genererò solo tante domande, o andrò in profondità per trovare anche le risposte?
Io credo che la nostra bussola debba essere non solo la curiosità o una genuina passione per la verità, ma anche la passione per il tema che ci si appresta ad affrontare e il desiderio di portare alla luce ciò che altri vorrebbero lasciare al buio. Così chi farò inchiesta potrà mantenere alta la motivazione anche nei momenti più difficili – che inevitabilmente ci si troverà ad affrontare.

Raccogliere le fonti per la nostra inchiesta
Questa è una fase estremamente delicata. Forse abbiamo una prima fonte diretta, quella che ci ha raccontato tutta la storia. Ma dobbiamo andare oltre, anche quando la fonte è una persona a noi vicina e di cui non mettiamo in discussione l’affidabilità. Il punto è che anche alla nostra fonte la storia potrebbe essere arrivata distorta, o lei stessa l’ha inconsapevolmente modificata, magari perché troppo coinvolta a livello personale.
Ecco perché dobbiamo verificare ogni informazione: quelle inziali e quelle che, come un puzzle, andranno a comporre tutta la nostra indagine. Questo processo può essere molto lungo perché comprende la ricerca di altre fonti e la loro verifica, la realizzazione di interviste approfondite e l’acquisizione di dati, documenti e rapporti.
In questa fase, teniamo bene a mente che la relazione con le fonti e la fiducia reciproca è essenziale: muoviamoci in modo etico e responsabile e, se necessario, garantiamo l’anonimato.
Gli strumenti a supporto delle inchieste giornalistiche
Anche il fatto che ci sia mancanza di trasparenza da parte dei governi e delle istituzioni locali mediorientali è una narrativa che nasconde pregiudizi. Perché questo è vero in certi contesti e in certi Paesi, ma non ovunque. In altri, al contrario, c’è il desiderio di aprirsi, per avere l’occasione di crescere e stabilire relazioni al di fuori dell’area. La morale è che, come sempre, non bisogna generalizzare, ma considerare caso per caso.
Compito dei fact-checkers è andare a fondo e cercare di superare le diffidenze, la mancanza di trasparenza e le difficoltà oggettive, come quelle legate ai Paesi in guerra.
Inchieste giornalistiche indipendenti: passiamo alle sfide e ai vantaggi!
Come dicevamo all’inizio, è proprio così: portare avanti un’inchiesta significa percorrere un cammino lungo, a volte difficile altre volte meno tortuoso. Ma alla fine sarà fonte di grande soddisfazione. Vediamo tutto nel dettaglio.
1. L’accesso alle informazioni
Ottenere l’accesso a dati o informazioni chiave può essere difficile. Spesso le porte restano chiuse, oppure si aprono per richiudersi subito dopo. E che dire della burocrazia o dei soggetti che comunicano in modo poco trasparente? ecco: bisogna esserne consapevoli e prepararsi ad aggirare questi ostacoli.
2. L’etica nelle inchieste giornalistiche
Nel condurre una inchiesta si toccano spesso aree grigie, anche (o forse soprattutto) dal punto di vista etico. Prima fra tutte: il dilemma, davanti a cui potremmo trovarci, fra l’importanza di portare a galla la verità e il rispetto della privacy delle persone coinvolte. Al contrario di quanto si possa pensare, divulgare informazioni personali non è sempre necessario per dare valore o per servire un interesse pubblico superiore: ogni caso va valutato singolarmente.
Un’altra sfida etica cruciale è quella di garantire la protezione e l’anonimato delle fonti. Pensiamo a quando si affrontano argomenti delicati, che scatenano discussioni fortemente polarizzate, o fatti che si scontrano con poteri forti: tutto questo potrebbe mettere a rischio la loro sicurezza.
Un altro tema che rientra nella sfera dell’etica è quello dell’imparzialità. Premesso che questo non significa affatto che non ci faremo un’opinione in merito al tema che stiamo affrontando, quello che possiamo fare è evitare di inquinare la nostra indagine con pregiudizi personali o stereotipi che distorcerebbero la nostra narrazione.

3. Le risorse.
Con “risorse” mi riferisco a quelle economiche e a quelle meno tangibili, come il nostro tempo e le nostre energie. Nel portare avanti inchieste giornalistiche indipendenti, potremmo ritrovarci ad abbandonare una strada che ci entusiasma e in cui crediamo. Il motivo potrebbe dipendere dal fatto che ci porta via troppo tempo e, poiché non lo possiamo ancora monetizzare, non siamo in grado di sostenerci economicamente.
Oppure potremmo trovarci di fronte a fatti così delicati, se non terrificanti, che semplicemente non siamo in grado di sostenere psicologicamente. Ecco, non c’è nulla di male ad ammetterlo: anzi, cerchiamo subito di capire se possiamo trovare un supporto esterno che ci permetta di affrontare queste situazioni. Oppure no.
4. Le sfide legali.
Questi sono problemi di cui bisogna sempre essere consapevoli se si fa giornalismo, tanto più d’inchiesta. Il rischio di incorrere in denunce di diffamazione o calunnia c’è sempre. Ed ecco perché è importante portare sempre avanti una accurata verifica dei fatti: se vuoi saperne di più, su questo sito trovi diversi articoli sull’argomento: per esempio “Fare fact-checking: 10 strumenti per sapere se una notizia è vera“.
Un punto da ricordare è quello della conoscenza dei diritti legali, quando abbiamo necessità di ottenere delle informazioni. Questi diritti potrebbero essere diversi da un Paese all’altro: se necessario, informiamoci.
5. L’indipendenza.
Lo abbiamo scritto anche nel titolo: stiamo parlando di inchieste giornalistiche indipendenti. Ed è proprio l’indipendenza il vantaggio più importante di portare avanti una indagine “da soli”. Avremo la libertà di scegliere le nostre fonti e le persone che riteniamo più preparate per supportarci nel nostro lavoro, senza subire pressioni esterne.
6. La libertà di scelta del formato.
Si parla troppo poco di questo argomento: ma un’inchiesta non ha un formato prestabilito. Possiamo esplorarne più di uno, dal podcast in forma più narrativa alla scrittura di un libro. E possiamo anche utilizzare il nostro particolare e unico tono di voce, che le persone apprezzeranno molto di più di qualsiasi tentativo di imitazione.
7. La fiducia
E siamo arriva all’ultimo punto, non meno degno di essere ricordato: essere indipendenti non può che rafforzare la fiducia che le fonti hanno nei nostri confronti, ma anche quella di chi ci leggerà o ci ascolterà.
In più, tutte le relazioni e le connessioni che avremo creato nel corso della nostra indagine, saranno relazioni solide, tutte nostre, per sempre.
Ti appassionano le inchieste giornalistiche? Hai delle domande al riguardo? Scrivile nei commenti.