Il viaggio è un ponte, un ponte che connette culture. Ma quando il viaggio fisico non è possibile, per innumerevoli motivi, possiamo partire comunque: con la nostra mente, grazie al potere delle storie. Cominciamo qui un viaggio tra libri e Medio Oriente a partire dalla cultura siriana: prepariamoci a sfogliare esperienze, abitudini e tradizioni. Lo faremo attraverso i libri: partiamo con cinque titoli che, ognuno a modo suo, ci accompagnerà per mano in un mondo che oggi non possiamo goderci dal vivo, a causa della guerra.
1. La luce nella musica: l’esperienza del pianista di Yarmouk
Mi sono innamorata della sua storia con una foto. Una foto che ha fatto il giro del mondo: lui, Aeham Ahmad, suonava come ogni giorno il suo pianoforte, ma in quello scatto era circondato di macerie, in un campo profughi palestinese alle porte di Damasco. E proprio nella musica Ahmad ha trovato la forza di resistere senza perdere la propria identità, ma anche l’opportunità di ricominciare tutto daccapo, anche dopo essere scappato da una Siria in guerra.
Oggi Aeham Ahmad vive e suona in Germania e con la sua musica (non più soltanto con una foto) gira il mondo – è stato anche in Italia tre anni fa, ospite a Sanremo. E la sua storia è diventata un libro, “Il pianista di Yarmouk”, dove il pianista racconta prima di tutto la sua infanzia in Siria scandita dalla musica, tra gli studi al Conservatorio di Damasco e il lavoro nella bottega di famiglia, dove suo padre, non vedente, costruiva strumenti musicali.
Poi, la sua storia personale si intreccia inevitabilmente a quella del conflitto in Siria. Ed ecco che da quel momento Ahmad diventa il simbolo della resistenza pacifica e del desiderio di pace e connessione tra culture, al di là di qualsiasi tipo di credo politico o religioso.

2. Il potere dei sapori: due amiche e un libro sulla cucina siriana.
Che la cucina sia un luogo di ritrovo e di convivialità, oltre che l’espressione della cultura di un popolo, è cosa nota. Ma per le due amiche Itab Azzam, siriana e Dina Mousawi, anglo-ucraino-irachena, la cucina è molto di più. Ed è diventata un mezzo per mantenere viva la cultura di un Paese, la Siria appunto, ma anche un modo per stare vicino alle tante donne che sono state costrette a emigrare. Uno strumento, insomma, per far conoscere al mondo una cultura che ha molto da raccontare e condividere.
Su questi valori si basa il progetto di Dina e Itab, che ha preso forma tra le pagine di un libro: “Our Syria. Recipes from home”. La storia che sta dietro alla genesi di questo libro è già di per sé una “storia”. Itab Azzam è una producer televisiva e Dina Mousawi è un’attrice: è lei che ha cominciato a raccogliere ricette siriane per entrare nella parte di un personaggio che avrebbe interpretato. Così è cominciato il loro viaggio insieme, che ha preso forma con la pubblicazione del libro. Qui, ogni ricetta offre lo spunto per ritrovarsi in un luogo sicuro, la cucina, dove storie di donne siriane, oggi emigrate in altre zone del Medio Oriente o in Europa, si intrecciano con la storia del Paese in conflitto.
Piatti tipici siriani diventano un tributo alla memoria e, insieme, il modo per avvicinare la cultura siriana a quella occidentale. Tanto più che le ricette scelte sono spesso già famose anche in Italia e chi legge ha così la sensazione di conoscere già un pezzo di questa cultura: basti pensare ai felafel o al babaghanush (la crema di melanzane che troviamo in tutti i ristoranti arabi).
Una curiosità: Itab Azzam è originaria di Sweida, “la città di drusa” di cui ho parlato QUI. E dove ho ancora buona parte della mia famiglia acquisita.

3. La Siria e la guerra: la voce della giornalista Samar Yazbek.
Una prospettiva unica, personale e coraggiosa è quella che ci offre Samar Yazbek, una giornalista e attivista siriana che racconta i suoi “Passaggi in Siria”, cioè i viaggi che ha compiuto dopo l’inizio della guerra in varie aree del Paese. Passaggi che Yazbek ha sempre fatto segretamente, perché a causa del suo impegno politico è stata costretta a lasciare la Siria più di dieci anni fa.
Sono molte le scene crude e violenti, che la scrittrice racconta senza alcun tentativo di edulcorarle, con l’intento di trasmettere tutta la rabbia e la delusione per la situazione in cui si trovano il suo Paese e, soprattutto, i suoi concittadini. Ciò che accade è raccontato attraverso le parole di chi sta vivendo la guerra e le paure sono quelle dei civili – bambini compresi – ma anche dei militari che hanno sposato la causa di chi si è opposto al governo del presidente Bashar Al-Assad.
Ammetto che non è stato facile per me arrivare fino alla fine di questo libro, perché le persone di cui ha raccolto le storie potrebbero essere miei amici, o miei parenti che si trovano ancora oggi in Siria. Ma proprio per questo è uno di quei libri necessari, che ha giustamente valso a Samar Yazbek diversi riconoscimenti internazionali.
4. L’amore e la storia: la saga familiare di Rafik Schami.
È una vera e propria immersione negli usi e nelle abitudini, nella complessità e, in definitiva, nella cultura della Siria quella che ci regala Rafik Schami con le sue opere. Nato a Damasco, poco più che ventenne Schami ha dovuto lasciare il suo Paese: ha ricominciato così la sua vita in Germania. Pluripremiato scrittore e poeta, nei suoi romanzi esplora la complessità della cultura da cui proviene con delicatezza, ponendo l’accento sulle contraddizioni, a volte anacronistiche, della società in cui è cresciuto.

Tra i molti libri che ha scritto, sento di consigliare “Il lato oscuro dell’amore“. È la storia d’amore di due giovani, ostacolata da faide familiari un po’ come Romeo e Giulietta. L’amore diventa però solo un pretesto per un racconto più ampio, quasi corale, che si intreccia con la storia della Siria passando per piccoli ma intensi quadri di vita locale, che ci portano all’interno della capitale. Come un antico ricordo della protagonista Rana, che con la zia gustava gli strepitosi gelati di Bukdash, la più famosa gelateria della capitale e che ancora oggi si trova all’interno del suq Al-Hamidiya (il più grande di Damasco, quello che vide la prima grande protesta anti-governativa).
La saga familiare è lunga e complessa, i personaggi sono innumerevoli ma Schami riesce a tenere incollato il lettore. Una curiosità sul nome dello scrittore: “scham” significa “sole”, ma è anche il nome con cui i siriani chiamano Damasco.
5. Libri e Medio Oriente: la forza della poesia di Adunis.
Una menzione a sé la merita la poesia di Ali Ahmad Said Esber, conosciuto con il suo pseudonimo Adunis, che ha avuto il merito di aver portato nel mondo i versi siriani. Adunis è infatti uno dei poeti contemporanei più importanti del mondo arabo, nominato anche per il Premio Nobel per la Letteratura.
Adunis non si è mai limitato al suo lavoro creativo. Da una parte, ha fatto negli anni un grande lavoro di promozione della letteratura araba nel mondo, dall’altra il suo impegno politico e le sue posizioni critiche nei confronti del governo siriano gli hanno attirato non pochi nemici e lo ha costretto a vivere la maggior parte della sua vita all’estero.
E anche nelle sue poesie si ritrovano i temi cari ad Adunis: dall’esilio alla necessità di riforme fino all’importanza di garantire a uomini e donne i diritti fondamentali.
Tu hai mai letto libri di scrittori siriani? Se sì, quali? E se no, c’è uno tra quelli che ti ho consigliato che leggerai? Fammelo sapere nei commenti!