Città siriane da visitare, ma scherzi? Nel momento esatto in cui scrivevo il titolo ho immaginato anche questa domanda. E la risposta che mi sono data (e darei di nuovo) è “No, non scherzo!”.
Con questo articolo cominciamo un viaggio alla scoperta di angoli più o meno noti della Siria. Perché? Per andare un po’ al di là delle immagini che abbiamo in testa quando pensiamo a questo Paese. Immagini come guerra, terremoto, siccità e crisi economica. Non per ignorarle o dimenticarle, ovviamente. Ma per capire che dietro a tutto quello c’è molto di più: persone, culture e luoghi che meritano di essere conosciute.
Più in basso trovi anche una cartina elaborata da me.
Tre città siriane: da quali cominciamo?
Se ti dico città siriane, quali immagini ti vengono in mente? Il pensiero va forse subito a Damasco, poi magari ad Aleppo, Palmira e forse anche ad Homs. Certo: sono le città più famose. Ma ci sono molti altri posti che meritano una visita. E se ora non è il momento di prendere un aereo e andare a visitarli – per ovvi motivi – possiamo però fare un primo passo verso quei mondi, viaggiando con la mente.
I posti da vedere sono così tanti che ho deciso di procedere per tappe, proprio come se ci trovassimo in viaggio davvero. E iniziamo dal sud, a cui sono particolarmente legata (e se ascolti il mio podcast puoi scoprire perché!).
Visitare Sweida, la città drusa.
La città più importate di questa zona è Sweida, nota come la “città drusa”. Che cosa significa? Significa che è una città abitata per la maggior parte da drusi (oltre il 90% della popolazione). E chi sono i drusi? I drusi sono una minoranza oggi presente soprattutto in Siria ma anche in Libano, Giordania e Israele. Nato in ambito religioso da una costola dell’Islam, nel tempo ha assunto più la connotazione di un gruppo etnico-culturale. Ha infatti perso i legami con l’Islam e ha subìto influenze diverse, in particolare cristiane ed ebraiche.

La città vecchia di Sweida.
La città vecchia è uno scrigno che custodisce reperti archeologici di epoche diverse. Il museo del centro, per esempio, è famoso (anche se oggi è chiuso) per i suoi mosaici bizantini, mentre passeggiando per la città e i dintorni ci si può imbattere in architetture romane e resti come quelli di un anfiteatro, di una chiesa del quinto secolo e di una moschea del settimo secolo.
Degno di nota è poi il Tempio di Dioniso, di cui restano intatte alcune colonne. Questo tempio è famoso anche come Tempio di Dushara, dove Dushara è un dio venerato in epoca araba pre-islamica.
Non solo: ci sono molti reperti archeologici che non sono ancora stati riportati del tutto alla luce, mentre alcune case abitate ancora oggi risalgono proprio all’epoca romana.
Una curiosità: Sweida è stata meta di numerosi venezuelani. Che abbiano portato loro quella che sarebbe poi diventata una bevanda nazionale in Siria, cioè il “mette”? Il “mette” è una sorta di tisana fatta con l’herba matte di origine argentina: le sue foglie essiccate vengono messe in un piccolo bicchiere, riempito di acqua calda. Per berla, è d’obbligo un cucchiaino speciale: è forato e consente di bere l’acqua senza che filtrino le foglie dell’erba.
Visitare Bosra, la capitale nabatea.
Pietre nere e basalto, terme, teatri e un ippodromo: benvenuti a Bosra, patrimonio mondiale dell’Unesco. La città di Bosra si trova a sud di Sweida e fa parte di un altro governatorato, quello di Daraa.
Bosra è stata la capitale del regno nabateo, tra la penisola del Sinai e la penisola arabica, e fu anche capitale della provincia romana d’Arabia. È ricca di storia, raccontata dalle moltissime rovine di epoca romana, bizantina, islamica: chiese cristiane e moschee, scuole coraniche e monumenti romani e nabatei. A proposito, chi erano i nabatei? Erano commercianti dell’Arabia antica. Grazie a loro, Bosra divenne un punto nevralgico del commercio tra Mar Mediterraneo, Golfo Persico, Mar Rosso.
Molto meno famosa da noi e a livello internazionale rispetto a Palmira, Bosra non ha però nulla da invidiarle. Con le sue mura e strade romane, le terme e anche i resti di quello che si pensa fosse un ippodromo catapultano il visitatore indietro di duemila anni.
Purtroppo, in questi anni di conflitto siriano Bosra è stata al centro di numerosi bombardamenti, che hanno distrutto anche i reperti meglio conservati. Un esempio su tutti è il teatro, costruito in gran parte con basalto: si stima che potesse ospitare oltre 16 mila persone.

Visitare Daraa, tra cristianesimo e Islam
Il Governatorato di Daraa, di cui fa parte Bosra, si trova a ovest di quello di Sweida. Capoluogo è Daraa, a poco più di dieci chilometri dalla Giordania: una zona che, durante la guerra, è stata particolarmente martoriata dagli scontri tra le forze governative, forze di opposizione e il cosiddetto Stato Islamico. A onor di cronaca, proprio Daraa è stata uno dei centri delle prime proteste antigovernative.
Oggi ben poco è rimasto della sua storia che, però, è affascinante e ricca di millenni, proprio come quella di Sweida e Bosra. Una storia che affonda le radici nel secondo millennio avanti Cristo: con il suo nome più antico – Athara – si trova citata anche in alcune tavolette degli antichi egizi. Nel corso dei secoli, Athara divenne nota come Adraa ed è con questo nome che la conosceva lo storico della cristianità Eusebio (III-IV secolo dopo Cristo).
Il nome Daraa arriva invece nel secolo scorso, quando – archeologicamente parlando – la città era nota soprattutto per le molte rovine di epoca greco-romana e per una moschea datata al XIII secolo.
E tu, da quale di queste città inizieresti il tuo viaggio? Quale ti ha stimolato più curiosità? Parliamone nei commenti!